Impulsi generatori abitano la zona sovracuta, ma subito ne sgocciolano, scivolando sopra il nostro abituale spazio compositivo. Si raccolgono poi nel registro più profondo, mentre ciclicamente già ricompaiono sopra.
Il progressivo allargamento degli intervalli, man mano che ci si avvicina a metà traiettoria (insieme con l'accelerazione e il successivo rallentamento), produce una vera curvatura del campo percettivo e della tastiera.
Quando infine l'articolazione all'acuto avrà intensificato il suo potere aggregativo, lì ha origine un continuo declinare di costellazioni. Nell'attraversare la zona centrale si dilatano anch'esse e capovolgono- abbiamo dunque superato un ipotetico confine tra forze gravitazionali. Immediatamente dopo, tornano a restringersi posando.
Questa idea nacque da alcuni passi della III Sonata per pianoforte, dov'era rimasta in parte disattesa. Infatti i nuclei sonori nella loro caduta, tracciavano curve assai accentuate, ma senza subire alcuna deformazione interna. Prevaleva l'istanza, pur essa costruttiva, della riconoscibilità degli elementi.
Vi sono momenti in cui i nostri pensieri si piegano e la materia di cui sono fatti pare sfavilli, fluida come acqua.
Altri momenti realizzare i pensieri richiede uno sforzo della volontà: quasi ci fossero estranei dobbiamo inseguirli, e con pena che li rende opachi sembrano il contrario della felicità inventiva.
Difficoltà compositiva vorrebbe dire due cose: mancanza di chiarezza (e scelte torpide), oppure, come in questo caso, l'artificio forzato cui è sottomessa la fantasia per la conquista di una nuova posizione. A ciò naturalmente rispondono simmetriche difficoltà esecutive.
La difficoltà tecnica che ora indichiamo è in particolare il coordinamento a braccia tese fino alle regioni estreme dello strumento.
Quanto allo spazio intermolecolare tra le figure, nelle opere precedenti rimaneva sempre sottinteso. Esso è necessario allo spostamento istologico delle mani (e all'aggiustamento percettivo). Per la prima volta viene annotato, entra a far parte della sfera del comporre, sempre più esatta e cosciente.
(1990)