Prevalentemente su un modulo unico. Attraverso lievi oscillazioni del suo asse e l'ambiguità dei collegamenti, viene evitato qualsiasi meccanismo alle ripetizioni, quasi l'inavvertito scivolare nei sonni - come sono giunto qui?
Dentro, nuovi elementi sonori s'affacciano volta a volta subentrando con identiche funzioni ai precedenti: mutazione e riconoscibilità. Questa la mitica essenza del nostro viaggiare.
Ogni elemento ha vita propria, indipendente dalla sua assunzione nella struttura complessa. Si dà luogo a un affollare di parabole che si intrecciano in apparente casualità. Un illusorio contrappunto mentale. E l'insieme della forma - intesa come puro percorso della memoria, diviene una rappresentazione della memoria stessa. Quando ne sia evidente la gradualità, i processi vengono troncati; per subito apparire ad uno stadio successivo, senza la banalità dell'accumulazione, senza dissolvenze. Il naturale fluire della continuità viene infranto, perché gli sviluppi non accadano semplicemente, ma siano immessi nel tempo. Così, improvvisa giungerà una ripresa. Tuttavia non proclamata, tanto diversi ormai, tanto dimenticati i suoni. E s'interrompe. Proprio dove sorgerebbe il suo domani.
Del 1979 gli appunti, portati a maturazione nella primavera 1983.
Le mie opere sono deturpate da realizzazioni spesso volenterose ma scorrette. Ancora a Massimiliano Damerini, unico detentore della mia, della sua tradizione esecutiva, questa Sonata si dedica.
(1984)
· Song JU-PING, Writing the Sonic Experience: An Analytical Narrative of a Journey into Salvatore Sciarrino’s Five Piano Sonatas (1972-1994), 2006, relatore Robert Rowe.