Il cerchio tagliato dei suoni per 4 flauti solisti e 100 flauti migranti |
Organico: | 4 flauti solisti, 100 flauti | |
Anno di composizione: | 1997 | |
(c): | Ricordi 1997 | |
Numero di catalogo: | 137885 | |
Manoscritti e documenti a stampa conservati presso la Fondazione Paul Sacher di Basilea | ||
Manoscritti conservati presso l'Archivio Storico Ricordi di Milano | ||
Prima esecuzione: | 26.07.1997, Cividale del Friuli, Chiesa di San Francesco, MittelFest '97 - Roberto Fabbriciani, Luisa Sello, Manuel Zurria, Mario Caroli flauti solisti | |
Durata: | 1h10' | |
La genesi di quest'opera incrocia la genesi di un'altra, quasi altrettanto singolare.
Nel 1985 ricevetti la richiesta di una composizione per quattro pianoforti, da eseguirsi di li a pochi mesi. Cominciai La navigazione notturna, un formarsi di oggetti sonori graduale e inarrestabile, basato sulla rotazione dei suoni attorno al pubblico; una rotazione particolare, che si avvia contemporaneamente nei due sensi, ma con "gli stessi" suoni.
I compositori si sa consegnano la musica in ritardo, e spesso tale ritardo si somma alla lentezza degli organizzatori nell'avviare i preliminari di un concerto. Fatto sta che all'ultimo momento, per la soave e perfida impuntatura di uno dei pianisti, tutto il progetto cadde e La navigazione non giunse a buon fine. Ne è rimasto, muto sui miei scaffali ad attendere vendetta, un ampio tronco di partitura.
Saltiamo ora di qualche anno. Uno straripante numero di giovani continua a intraprendere lo studio del flauto, il quale purtroppo li lascerà sottoccupati. Proprio a fronte di una simile premessa, concepii l'idea di una migrazione di suoni, il passaggio cioè di generazioni di suoni semplici, portati da una marea di flautisti in movimento.
Il suono di grandi masse è affascinante. Se ne possono trovare infiniti esempi tra i fenomeni di natura, basti pensare agli uccelli, ai grilli, a un mercato affollato, al traffico, alla pioggia.
Mi venne anche in mente di applicare a quattro flauti solisti la doppia rotazione: stavolta suoni di durata breve e perfino puntuale, che per-mettano un'accelerazione vorticosa.
Dunque i solisti creano un ambiente sonoro intorno al pubblico. Prima sono risposte incrociate che echeggiano da estremità opposte e quando i suoni prendono a girare, e si sdoppiano, poi si moltiplicano, possiamo spingerci sino alla perdita delle coordinate di spazio e tempo. I flauti migranti tagliano l'ambiente in diagonale, avanzando sempre nel medesimo verso e suggerendo infine un flusso ininterrotto di gente.
Circolarità dello spazio e del tempo dove la metafora del viaggio apre un solco. Che altro?
Una farfalla bianca traversa un campo, sembra svolazzare a casaccio. Invece ha una direzione precisa e non è sola.
Non esistono specie di esseri viventi che non si spostino periodica-mente. Pure l'uomo migra, e gli ultimi tempi abbiamo assistito a eventi che pensavamo tramontati per sempre nella storia.
Eventi drammatici: la nostra specie è infatti fortemente imbrigliata da un istinto opposto, l'istinto alla casa, alla stabilità, a mantenere la società entro un equilibrio impossibile.
Impossibile? Sì, la vita è mutamento.
Ormai è molto diradato il ritmo delle nostre migrazioni. Non tutti riusciamo. Ma chi viene preso dalla febbre di partire, non è facile che resista. A lui (a noi) buon viaggio. Incontro a un'altra musica, incontro all'incognito, incontro a un altro paese.
Prefazione alla partitura
Questa composizione è pensata per un ambiente che renda incisiva l'intera gamma d'intensità, da quelle violente ai pianissimi impercettibili- Un luogo chiuso, anche echeggiante, si presterebbe meglio all'abituale dispersione degli spazi aperti: però non è detto.
Affinché le rotazioni risultino efficaci è necessario che le fonti sonore siano precisamente localizzabili. Evitare dunque amplificazioni artificiali, Pur se sofisticate, in quanto gli altoparlanti allargherebbero il fronte del suono, di conseguenza confondendone la provenienza.
I quattro flauti solisti vanno posti ai quattro punti cardinali, ma ben a contatto della gente, ciascuno su un piccolo podio. Dalla battuta 363 vanno a raggiungere ciascuno un'altra posizione, più lontana rispetto al pubblico, in modo da aprire lo spazio.
I cento flauti invece attraverseranno il pubblico seguendo una diagonale non troppo inclinata. Il loro ingresso: davanti alla platea a destra; l'uscita: indietro a sinistra.
L'inizio delle migrazioni deve essere impercettibile, ugualmente sfumata la fine. Ogni esecutore comincerà a suonare prima di entrare nell'ambiente e continuerà ancora dopo che sarà uscito. Una volta fuori ciascuno si riporterà celermente all'ingresso, così che la massa dei suoni di passaggio appaia agli spettatori continua e infinita.
L'avanzata in mezzo al pubblico sarà lenta, sparsa, impassibile, evitando rumore e scalpiccio dei piedi.
Adattare forse apposite calzature.
Si raccomanda che ciascuno emetta il proprio segnale con una certa irregolarità e autonomia individuale, come tra sé.
Nota
Il percorso esterno di ricongiungimento può passare da qualsiasi parte, purché i "flauti migranti" accedano con comodità alla sala senza essere visti né sentiti.
L'articolazione interna della pianta richiede di essere studiata caso per caso.
Riguardo all'orientamento dell'uditorio e alla direzione delle migrazioni varie soluzioni sono pensabili tutte ugualmente appropriate se si cerca di conciliare le caratteristiche del luogo con le esigenze del progetto musicale.
Anche in occasione della prima esecuzione gli spettatori non erano rivolti in avanti, verso il primo solista. La platea, divisa in due ali laterali, convergeva verso il centro dello spazio.
Inoltre la direzione di marcia dei cento flauti procedeva all'inverso rispetto a quanto segnato qui; essi entravano dalla porta d'ingresso e uscivano da una porta di fianco e dunque la diagonale era più inclinata.
In ogni caso, è importante che i "flauti migranti" avanzino non frontalmente rispetto al pubblico bensì obliquamente.
(1997)